Melting Pot Europa ha lanciato
una raccolta di firme in tutta Italia per raggiungere 10 mila sottoscrizioni da
consegnare al Ministro dell'Interno. Anche in Toscana e a Pisa è molto alta,
infatti, la percentuale delle richieste di asilo rifiutate perché le
commissioni territoriali nella decisone tengono conto delle condizioni del
paese di origine e non di quelle del paese dal quale sono fuggiti. "Il
destino di migliaia di persone rischia di essere l'irregolarità".
Quattro giorni per raccogliere 10
mila firme da consegnare al Ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri,
affinché venga concesso il permesso di soggiorno umanitario ai richiedenti
asilo arrivati dalla Libia durante la cosiddetta "emergenza
Nordafrica".
"Sono approdati - recita la
petizione - sulle nostre coste durante il conflitto in Libia, per fuggire alle
violenze o perché costretti ad imbarcarsi su pericolose carrette dalle milizie
di Gheddafi. Oltre 25.000 richiedenti asilo sono ospitati all'interno del Piano
di Accoglienza affidato dal Governo alla Protezione Civile".
Un percorso di accoglienza e di
inserimento che rischia di essere vano "senza la garanzia di un futuro,
senza la prospettiva di un titolo di soggiorno che permetta loro di scegliere
se stare o ripartire, se tornare in Libia o al proprio paese d'origine".
Questo perché pur provenendo dalla Libia molti sono nati in Somalia, in
Eritrea, in Ghana, in Nigeria, nel Mali, nel Ciad, in Sudan, in Costa d'Avorio,
in Bangladesh o in Pakistan, e per questo rischiano di vedere rigettata la loro
domanda d'asilo.
In Toscana (dove hanno trovato
accoglienza circa 1200 profughi) al 31 gennaio, a fronte di 240 domande
esaminate, la Commissione territoriale di Firenze per il riconoscimento dello
status di rifugiato ha rigettato il 60% della richieste: 142 i dinieghi
"secchi", 70 invece le persone che si sono viste accordare la
protezione umanitaria, 21 quella sussidiaria, mentre solo in 7 casi è stato
riconosciuto lo status di rifugiati.
Il rischio, denuncia Melting Pot,
che "i ricorsi, molto onerosi, non saranno comunque in molti casi
sufficienti, così, dopo aver subito la violenza delle torture libiche o la
minaccia dei bombardamenti, il destino di migliaia di persone rischia di essere
l'irregolarità".
Una situazione che riguarda anche
Pisa e la sua Provincia, che oggi accoglie 147 profughi: 143 i richiedenti
asilo, 4 invece i migranti, giunti a Pisa nella prima fase dell'emergenza, la
cui situazione rientra nella casistica regolamentata dal Decreto del Presidente
del Consiglio dei Ministri del 5 aprile 2011 che stabilisce la legittimità del
rilascio del permesso di soggiorno per "motivi umanitari" ai
cittadini del Nord Africa arrivati in Italia tra il primo gennaio e il 5 aprile
2011.
Ad essere colpiti dai dinieghi
della Commissione territoriale di Firenze anche i profughi accolti presso la
casa di riposo Santa Chiara di Volterra: circa 20 gli ospiti, che in grande
maggioranza si sono visti rifiutare la richiesta di asilo o l'accordo di altre
protezioni. Un rifiuto che nasce da un problema legislativo: la Commissione
territoriale infatti deve tener conto nella sua decisione della situazione del
paese di origine e no di quello da cui sono fuggiti.
Certo esiste anche la possibilità
di ricorrere contro la decisione, ma qui il problema diventa anche di ordine
economico. Se infatti la richiesta e il primo ricorso sono effettuabili in
patrocinio gratuito, eventuali successivi ricorsi comportano un onere che non è
detto gli istituti di accoglienza vogliano o possano sostenere
Ed è per sanare queste
incongruenze, per rendere dignità e giustizia a tutti coloro che sono fuggiti
dalle violenze della guerra, che Melting Pot Europa ha promosso la raccolta di
firme: "Non possiamo permettere che nelle nostre città, nei quartieri e
nelle strade che abitiamo, sia ancora una volta alimentato lo spazio d'ombra
della clandestinità, consegnando migliaia di donne e uomini allo sfruttamento o
ai circuiti della criminalità. Per questo, chiediamo l''immediato rilascio di
un titolo di soggiorno umanitario attraverso l'istituzione della protezione
temporanea (art 20 TU) o le altre forme previste dall'ordinamento
giuridico".
fonte:http://www.meltingpot.org/articolo17609.html
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